Michelangelo Pistoletto, Terzo Paradiso (2019)
carta di giornale su struttura in legno, cm 500x250x35. Matera, Campus Universitario, Padiglione 1. Realizzazione: Raffaele Pentasuglia e Massimo Casiello
Il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto nel Campus universitario di Matera
Mariadelaide Cuozzo
Terzo Paradiso è un’installazione permanente ideata site specific per il Campus materano dell’Università degli Studi della Basilicata da Michelangelo Pistoletto, protagonista di assoluto rilievo dell’arte contemporanea internazionale. L’opera reinterpreta e riconfigura il simbolo matematico dell’Infinito, al cui centro Pistoletto ha aperto un’area circolare che simboleggia, come ha scritto lui stesso, “il grembo generativo della nuova umanità”, cioè un luogo d’incontro e dialogo in cui tutti gli opposti, rappresentati dai due anelli laterali, possono trovare una conciliazione. Le possibilità d’interpretazione della simbologia ‘trinamica’ del Terzo Paradiso, che da inizio millennio Pistoletto ha proposto con varie modalità in più contesti internazionali, sono molteplici. Una delle principali è la ricerca di equilibrio tra la natura – il ‘primo paradiso’ – e l’artificio, il ‘secondo paradiso’; quindi tra la salvaguardia dell’ambiente terrestre e lo sviluppo tecnologico-industriale che spesso lo minaccia. Un’altra possibile lettura del segno è riassunta dalla formula ‘Io-Tu-Noi’, che indica il rapporto dialogico tra il sé e l’altro da sé nella comunità umana: un’esigenza oggi particolarmente avvertita anche in relazione ai fenomeni migratori nell’area mediterranea e alle connesse problematiche interculturali.
Nell’Università la ricerca e la didattica umanistica e scientifica si affiancano e dialogano, e anche l’umanesimo e la scienza sono interpretabili come due tra le possibili polarità dialettiche simboleggiate dal Terzo Paradiso. Ma l’opera si lega pure a Matera e alla sua cultura tradizionale: la scultura è stata infatti realizzata, seguendo le indicazioni di Pistoletto, dai maestri artigiani Raffaele Pentasuglia e Massimo Casiello con la tecnica della cartapesta su armatura lignea, e poi installata a sospensione nella hall del padiglione principale del Campus grazie a dei cavi in acciaio. L’opera, dunque, realizza un incontro tra il pensiero dell’artista e la sapienza artigianale materana, tra una visione dell’arte di ampiezza globale e il patrimonio della cultura materiale locale.
Per volontà di Pistoletto, il rivestimento del Terzo Paradiso è stato realizzato con carta di giornale, un materiale da lui usato fin dagli anni Sessanta, al tempo della sua adesione all’Arte Povera, con l’intento di attualizzare il messaggio artistico potenziandone le valenze comunicative e sociali. I ritagli di giornale, infatti, non sono stati scelti casualmente ma selezionando notizie riferite ai problemi più pressanti e agli avvenimenti più significativi del presente.
L’iniziativa, promossa dall’UNIBAS grazie alla Rettrice Aurelia Sole, è stata proposta e curata da Mariadelaide Cuozzo, docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Ateneo lucano, e dall’architetto Raffaela Zizzari, ambasciatrice del Terzo Paradiso e direttrice artistica del Castello di Gallipoli, concretizzando un’idea nata nel 2018 da un loro incontro durante i lavori del Corso di Alti Studi Mediterranei organizzato dall’UNIBAS con l’Istituto Jacques Maritain.
L’inaugurazione si è svolta il 25 ottobre 2019 alla presenza di Michelangelo Pistoletto, che ha donato l’opera all’Ateneo.